8 marzo 2023

Un post di fb della Biblioteca civica di Belluno

 LA CONTADINA BELLUNESE NELL’800 

La contadina ideale –scrive il Bazolle- doveva essere “na femena doppia”, dotata cioè d’un fisico robusto e resistente. Lavorava da mane a sera, doveva preparare i pasti, badare a maiali e galline, filare e tessere, occuparsi della prole. I contadini si sposavano “solo per non dover prendere una serva alla quale oltre il vitto dovrebbero dare anche un salario”. Secondo Riccardo Volpe la condizione muliebre in campagna era miserevole perché trascorrevano molto tempo in stalle mefitiche e dormivano “in strette e soffocanti cameruccie, talora sotto tende mobili  in mezzo ai prati montani durante la falciatura”. All’aperto si esponevano “alle saltuarie temperature di primavera, al sole, al vento, alle pioggie temporalesche della state e dell’autunno. “Poco caute e mal nutrite nei puerperii, ripigliano le loro occupazioni pochissimi giorni dopo il parto, ond’esse perdono la freschezza della gioventù a venti anni”. Inoltre “si sobbarcano poi occupazioni e fatiche sproporzionate al loro sesso, perché fungono come bestie da soma; portano cioè colle loro spalle enormi pesi, salendo viottoli ripidi e pericolosi”. Vasto è il loro mansionario: “Nel verno filare, la canape, il lino,la lana, il fare di maglia, il cucire per lo più per uso della famiglia, e di rado per guadagno; nelle altre stagioni tutto ciò che si richiede per il lavoro del podere, cioè mondare i prati, scalzare e rincalzare il granoturco,  rastrellare i foraggi falciati dagli uomini, mietere e trebbiare a mano le biade, cavare la canape e il lino e dicanapularli a mano, caricare sui carri foraggi o portarli sui fienili, raccogliere e trebbiare a mano il granoturco, infine raccogliere e caricare lo strame per la lettiera delle stalle”. Di conseguenza, conclude Volpe, “nessuna frazione di tempo rimane alle contadine per occuparsi in guadagni”. Ubbidienti al pater familias, le contadine, silenti eroine del quotidiano erano macchine da lavoro senza diritti e con tantissime responsabilità. In poche superavano i 60 anni d’età.


Nessun commento:

Posta un commento